lunedì 6 dicembre 2010

La politica di youporn


No, cioè, bella la fantapolitica eh, davvero mitica.

Ma, dopo che l'acido ha smesso di farvi effetto, rimettiamo i piedini per terra: ma a noialtri cani scalzi, di fare il celo-mima con le figurine di Fini o Casini, ma che ci frega?

Mi volete dire che per battere il Berlusconi più bollito degli ultimi 15 anni c'è bisogno di un'ammucchiata?

Ma che davero-davero?

Queste supercazzole prematurate (e scusate il francesismo) van bene per chi ha il sedere al caldo.

Fava, nonostante il cognome, allude all'unica cosa sensata scritta qui sopra: il vecchio diventa obsoleto grazie ad un nuovo che avanza, mica al polpettone del venerdì in mensa...

sabato 4 dicembre 2010

Sulla meritocrazia

Una riflessione seria sull'argomento. Un'opinione che non vuol essere condivisa, solo espressa. Cos'è la meritocrazia?

La prendo larga, ma non tanto. Cosa c'è là fuori? Dice che la guerra la scrivono i vincitori (e non chi lo merita). E' una definizione naturalista, come quella che dice che gli spazi vuoti vengono riempiti. Quello che c'è là fuori è il risultato delle azioni delle persone che hanno vissuto (senza sconfinare in definizioni da Ubuntu). Si meritavano i risultati che hanno conseguito? A prescindere- dico- da un merito che porta a buone azioni e ad un mondo migliore?

In tutta sincerità è indicibile. Il mondo là fuori è il risultato delle azioni di chi più ha lottato per avere quello che voleva. Un'altra legge di Natura, insomma. A cosa ci porta questo?
A dire, ragionevolmente, che nel mondo ci sarebbe milioni di cose possibili, milioni di varianti in essere, che si realizzano solo in base ad una concatenazione di eventi.
Eventi che, quando sono avversi o si oppongono alle nostre azioni, possono con maggiore probabilità essere superati da coloro che più si impegnano.

In un contesto come questo, che significato assume l'essere meritevole?
Ha merito chi si pone onestamente di fronte ad uno di questi eventi e lo supera. In che modo? Senza amici, senza amici degli amici, senza aiutini dal pubblico o da casa, ma solo per la bontà dell'idea che traina.

Il successo di una azione può essere determinato certo da aiuti illeciti, ma partorisce figli piccoli, solitamente brutti. Se non c'è qualità nell'idea che vogliamo proporre, essa muore una volta finita la spinta iniziale. Nel mondo là fuori, dove tutto è concatenato, può pure finire che oltre a non andare avanti produca un'occlusione ad una arteria importante: un cretino nel posto sbagliato.

Ma se non è la bontà delle idee che le fa andare avanti (le idee, dico), e se la guerra la scrivono i vincitori, e gli spazi vuoti vengono riempiti, allora la legge del pesce grosso che mangia il pesce piccolo è inesorabile anche per ogni democrazia. O no? E dunque ancora che senso ha parlare di meritocrazia in questo contesto?

In un contesto ampio, universale, nessuna. Ed ha ragione, anche se non dice niente di nuovo, Woody Allen: "la coerenza intellettuale porta ansia e preoccupazioni".
Ma in un contesto ridotto, quella della gente piccola, noialtri insomma, ogni tanto si può pure creare. Piccoli eventi, certo, mica chissacchè. Ma, io credo, e forse è qui che sono davvero oltraggioso, a prescindere dal risultato.

Basterebbe cioè la sola onesta messa in giudizio dell'idea che si propone. Una completa condivisione con tutti non ci sarà mai. E ci sarà chi potrebbe far meglio. Usando una supercazzola, sarebbe più onesto scegliere il migliore dei migliori, affinché sia meritocratica l'assegnazione di un posto, la proposta di un'idea etc. Ma la limitatezza del contesto (tempo e spazio) è, oltre che spietata, una conditio sine qua non del genere umano. Meritevole diventa una definizione per pochi intimi, che ha valore in un micro-contesto.

E lo è chi onestamente, come s'è detto, si mette al giudizio altrui, avendo le carte in regola.
Poco si può dire, e forse sbagliato, sul successo o meno di tale messa in giudizio.
Essere meritevole è più che altro un moto dell'animo.

Infine, come sarebbe un mondo meritocratico?
Un mondo dove, a prescindere dal risultato, le persone tutte si sottopongono al giudizio degli altri con onestà. Un mondo impossibile...
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